COMUNICATO STAMPA La Medicina Territoriale lombarda non ha bisogno di passarelle politiche

L’11 febbraio sono venuti a Brescia il Presidente Fontana e l’Assessore al Welfare e VP  della Regione Lombardia per l’inaugurazione di due Case di Comunità

(per la verità si dice “della” e non “di” comunità con l’evidente diverso significato) nei paesi di Nave e Leno.

A parte il piacere della visita non posso tacere che considero la presenza delle due massime autorità politiche regionali spropositata alla reale importanza della realizzazione che di fatto è solo un cambio di etichetta di strutture già in essere. Si teme che si tratti di “fumo negli occhi” per i cittadini con l’ennesima “fuga in avanti” della Lombardia in quanto non è ancora stato definito, a livello nazionale, il ruolo dei medici ed in particolare dei MMG (Medici di Medicina Generale) in queste nuove strutture previste dal PNRR.

Tale considerazione vale anche per gli infermieri in quanto la figura dell’infermiere di famiglia e comunità deve essere ancora istituita in attesa di una specifica legge ancora ferma al Senato. Al momento vengono utilizzati gli infermieri professionali.

Per entrambi , medici ed infermieri, permane la grave carenza che la cui soluzione richiederà tempi molto lunghi specie per i medici.

Come se non bastasse non si è ancora provveduto al potenziamento amministrativo ed organizzativo dei Dipartimenti di Prevenzione, Igiene e Cure Primarie indispensabile per far ripartire la Medicina Territoriale con l’aggravante che la recente legge di riforma sanitaria (L.R. n. 22 del 14/12/2021) non abbia recepito le prescrizioni ministeriali e di AGENAS e non sia del tutto conforme alla normativa nazionale (così come denunciato anche da UMI con le richiesta di rimando al Consiglio regionale per le necessarie ulteriori modifiche).

Ancora peggio il perdurare, nonostante le reiterate pluriennali denunce, del pessimo funzionamento del sistema informatico regionale (CRS-SISS) gestito da ARIA S.p.A in quanto la Lombardia, unica Regione italiana non utilizza il sistema informatico nazionale che funziona molto meglio. Questo disservizio compromette gravemente la regolare assistenza ai malati/contagiati e di tutti gli altri cittadini con conseguenze negative su tutta la filiera sanitaria, ma anche per l’espletamento delle attività burocratiche (certificati, prescrizioni e altro) veicolate con i mezzi digitali. Per la soluzione di questo problema si chiede l’utilizzo in Lombardia del sistema informatico nazionale.

Per questi ed altri motivi sarebbe quindi opportuno procedere  prioritariamente a  realizzare  le basi organizzative per  poi procedere alla riforma prevista dal PNRR (Case della Comunità e Ospedali di Comunità) secondo la tempistica prevista dal Governo (da maggio/giugno 2022).

Speriamo in comportamenti più concreti perché tutti vogliamo una Sanità migliore. Riteniamo che questo obiettivo necessiti di un cambio di passo della politica lombarda e ,da subito, a cominciare con le modifica dell’ultima legge regionale di riforma per riportare la Lombardia nel contesto del Servizio Sanitario Nazionale.

Cav. dott. Francesco Falsetti – Presidente UMI  

Brescia, 14 febbraio 2022

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