Si è tenuto il 19/05 un incontro organizzato a Brescia da Federfarma-Lombardia, seconda tappa di un giro regionale, che ha ospitato l’Assessore al Welfare L. Moratti ed altri importanti esponenti politici ed amministrativi della Regione Lombardia delle ATS e delle ASST.
Ritengo, come UMI, veramente mortificante per i medici ( e non solo) che insistono vadano in giro a rappresentare in termini entusiastici la Sanità Lombarda quando sono noti a tutti i gravi problemi per erogare le dovute prestazioni sanitarie ai cittadini sia sul territorio sia negli ospedali per la cattiva gestione politico–amministrativa del personale medico ( e non solo) aggravata dalla grave carenza di medici ( e non solo).
Una crisi sanitaria che invece di trovare soluzione si aggrava sempre più per la fuga del personale dalle strutture pubbliche del Servizio Sanitario Regionale e dalla Medicina Generale.
Come se non bastasse vengono date delle informazioni che non corrispondono alla realtà tipo quella che le cure erogate sono rivolte ai malati quando sappiamo che la presa in carico dei malati cronici è organizzata su oltre 60 tipologie di malattie con standard predefiniti che poi vengono applicati tramite la compilazione, da parte dei pochi MMG aderenti e degli ancora meno assistiti ( per fortuna loro), di un PAI ( Piano Assistenziale) a sua volta soggetto al controllo ed autorizzazione delle istituzioni politico-amministrative onde evitare eccessivi scostamenti dagli standard/ malattia della Regione.
Ancora voglio ricordare che corrisponde al vero l’ampia consultazione per la predisposizione della nuova Legge di Riforma Sanitaria, ma è purtroppo vero che alla fine l’attuale Giunta e la maggioranza in Consiglio Regionale hanno approvato, in gran parte, quello che hanno voluto. La Riforma Sanitaria lombarda si pone, ancora una volta, fuori dallo spirito originale ed universalistico della normativa nazionale del SSN e solo in parte rientrata per l’intervento minimalista del Governo che non contestato la spinta privatistica.
Spiace che a queste riunioni partecipino anche dei medici che ben conoscono la gravità della situazione, ma si aggiungono al coro per evidenti interessi personali e/o di gruppo beneficiati dalla politica regionale e dalla legge di riforma.
Colgo l’occasione per ricordare che andrebbe ridimensionato l’entusiasmo dei politici ed amministratori regionali ( condiviso da una parte dei medici) per la “Telemedicina” perché un eccessivo ricorso a questa metodica potrebbe causare gravi errori venendo meno il rapporto diretto medico-paziente. Invito sin d’ora i malati a non farsi curare per via informatica senza neppure il coinvolgimento certo di un medico.
L’UMI resta, infine, critico sulla possibilità di affidare alle farmacie la gestione di “scelta/revoca” del MMG e PLS da parte dei cittadini per il rischio di possibili “condizionamenti” della libertà di scelta del medico curante da parte degli assistiti che introdurrebbe un altro elemento di possibile illegalità nel sistema.
Va, infatti, ricordato che molti MMG utilizzano per i loro studi spazi di proprietà delle farmacie e il condizionamento rischia di essere concreto a scapito della libera scelta basata sulla fiducia.
Cav. dott. Francesco Falsetti
Presidente UMI/Unione Medici Italiani