Dimissioni dalla Medicina Generale

Cari Colleghi MMG

vedo dalle dichiarazioni dei partecipanti ai gruppi spontanei di protesta che alcuni di loro hanno espresso l’intenzione di lascare il lavoro di Medico di Assistenza Primaria (MAP).

Non entro nelle scelte personali, ma vorrei limitarmi a fare alcune considerazioni e permettermi come “vecchio” collega di dare alcuni consigli.

Inutile dire che la scelta di lasciare un lavoro è condizionata da tanti fattori non ultimo quello di un uscita  per quanti sono prossimi ad un regolare pensionamento anche, se  possibile, anticipato.

In ogni caso ritengo convenga sempre effettuare una valutazione della reale possibilità di pensionamento e delle eventuali possibilità di migliorare il proprio trattamento di quiescenza da subito o in un prossimo futuro.

Non conviene, in ogni caso, farsi prendere dalla fretta, ma soprattutto non conviene, a mio avviso, dare le dimissioni in questo periodo.

Per quanti avranno diritto alla pensione, come regola generale per l’ENPAM, è sempre meglio andare in pensione nella seconda metà dell’anno verso la fine del mese o meglio se l’ultimo giorno.

I sindacati (compreso UMI) hanno appena sottoscritto il nuovo ACN 2016-18 e conviene aspettare che lo stesso diventi esecutivo per consolidare i vantaggi economici (che poi possono diventare vantaggi pensionistici).

Allo stesso tempo si dovrebbe avviare nel breve la trattativa del nuovo ACN 2019-21 che dovrebbe portare aumenti della retribuzione (e quindi della pensione).

Dopo anni di blocco degli ACN ora è possibile avere due ACN nello stesso anno: è una condizione eccezionale che non merita di essere sprecata con una uscita affrettata.

Insieme agli aspetti economici con il nuovo ACN si  modificherà il quadro normativo legato all’applicazione del PNRR ed alla volontà del Governo e delle Regioni (ed anche dei sindacati di categoria) di  cambiare il lavoro dei MMG e quindi anche dei MAP.

Le prospettive non sono positive, ma converrebbe aspettare per vedere come sarà il futuro assetto che potrebbe riservare migliori condizioni lavorative come indicano  alcune prospettive.

Certamente si ridurranno i carichi lavorativi legati al COVID-19 alcuni dei quali, specie burocratici, già in calo per le ultime decisioni politiche a livello nazionale.

Una possibilità di miglioramento, capisco per pochi, potrebbe essere quella di trasferirsi in altra Regione lasciando la Lombardia che è tra le peggiori sia come retribuzioni sia come normativa (vista anche la recente legge regionale di modifica della Riforma Sanitaria lombarda).

Per altre informazioni ed approfondimenti si resta a disposizione.

 

Cordiali saluti. Falsetti