Lettera aperta ai Medici di Medicina Generale: La Lombardia conferma la sua linea politica di Sanità regionale tra autonomia e privatizzazione

Nelle ultime ore, dopo la proclamazione dello stato di agitazione di UMI, dobbiamo registrare gli interventi di due dei massimi esponenti della Regione Lombardia che purtroppo confermano le distorsioni della linea politica regionale.

  1. Ricordiamo l’intervento del Presidente della Commissione Terza Sanità, E. Monti, che abbiamo ascoltato in un video al termine dell’audizione sollecitata dai MMG lombardi “protestatari” nel quale ha ribadito , convintamente, la bontà della L.R. n.22/2021.

In particolare egli ha dettagliato le attività in forma associata tra MMG ed infermieri di famiglia e di comunità (che non esistono e non abbiamo neppure gli infermieri professionali)  destinati comunque alle strutture del PNRR senza capire che a noi MMG interessa l’associazionismo tra medici (ed eventualmente  la collaborazione con gli infermieri, ma anche negli studi). 

Ancora ha ricordato che la legge favorirebbe, sempre con gli infermieri, l’utilizzo delle tecnologie informatiche  per incrementare il ricorso alla telemedicina (sic!) senza capire il sistema informatico funziona malissimo e va, prioritariamente, reso efficiente per le attività ordinarie..

Come se non bastasse il Presidente ritiene positiva l’istituzione di un “comitato d’indirizzo delle Cure Primarie”, naturalmente su nomina della Giunta, che evidentemente quando realizzata  toglierà ancora più spazio alle associazione e ai sindacati di categoria per lasciare più libertà di azione all’apparato politico-amministrativo della Regione per la gestione della Sanità.

Non dimentichiamo che la legge, tanto lodata da Monti, ha lasciato la confusione (già presente nella vecchia legge bocciata) tra ATS ed ASST, nonostante le prescrizioni/osservazioni del Ministero e di AGENAS non applicate,  nella gestione della Medicina Territoriale e delle Cure Primarie che causerà ulteriori difficoltà gestionali  ai MMG, ma che faciliterà il ruolo delle società private cooperative. 

Senza ulteriormente entrare nei particolari di questa legge è prevista la possibilità di erogazioni di prestazioni sanitarie da parte di società private cooperative anche su prescrizioni degli stessi medici soci con un palese conflitto d’interessi.

Ciò nonostante  il  Governo l’ha approvata ed il Presidenti Monti non ha mancato di ricordalo.

E’ stata un’approvazione che ridà forza alla Regione e alla  linea autonomistica e privatistica della Presidenza e della Giunta lombarda che con la nuova legge toglie ancora spazio professionale e gestionale ai MMG (e non solo) e più genericamente  non  valorizza il lavoro del personale sanitario e dei medici  siano essi operanti nelle Cure Primarie o dipendenti nelle ATS e nelle ASST nei poli territoriali o ospedalieri.

Il Governo, a mio giudizio, avrebbe fatto meglio  a bloccare la legge e chiedere di apportare modifiche volte a riportare equilibrio tra  lo Stato e la Regione e tra questa e le attività professionali.

  1. Sono poi seguite le dichiarazioni dell’Assessore al Welfare e VP della Regione, L. Moratti, già oggetto di un comunicato congiunto FISMU/UMI, che tra le varie questioni pone nuovamente in evidenza quella del lavoro dei MMG.

La Moratti ritiene che i MMG lavorino troppo poco perché sostiene che il loro impegno, e ciò per i massimalisti, sia di sole  15 ore alla settimana così come indicato dall’ACN cioè dal contratto di lavoro. Evidentemente si tratta di una lettura sbagliata perché le 15 ore sono l’orario dovuto di apertura degli studi, ma non il limite massimo di lavoro. A parte le 15 ore il MMG deve comunque adempiere ai propri compiti sia negli studi per tutte le  attività ambulatoriali sia per tutte le altre extra ambulatoriali.

Se qualche MMG non adempie ai propri compiti si deve procedere verso costoro, ma non si faccia di tutte l’erbe un fascio perché queste dichiarazioni sono mortificanti ed offensive  verso quanti, e sono la stragrande maggioranza, da mesi s’impegnano a favore dei propri assistiti oltre ogni  limite e spesso anche oltre le misure di sicurezza e il recupero psico-fisico.

Queste dichiarazioni, insieme alle condizioni di grave disagio lavorativo particolarmente esistenti nella Lombardia stanno provocando una fuga dei MMG oltre quanto ci si potrebbe aspettare dai pensionamenti.

Una gravissima responsabilità politica che da sola meriterebbe un intervento di censura da parte del Governo all’Assessore per manifesto danno ai cittadini lombardi che già ora hanno difficoltà a trovare il medico curante  e molte zone del territorio non godono più della copertura dell’assistenza dei medici della Continuità Assistenziale (ex Guardia Medica) creando di fatto una carenza di pubblico servizio.

Dobbiamo ricordare che i MMG non hanno avuto come altre categorie l’astensione da alcune attività ordinarie che pertanto si sono sommate al superlavoro del COVID-19 in larga parte decretato unilateralmente, senza essere concordate, dal Governo e dalle Regioni utilizzando lo stato di emergenza.

Questa condizione è stata oggetto di una recente comunicazione dell’UMI alle Prefetture ed alle Procure perché per adempiere alle incombenze dovute alla pandemia, spesso di natura burocratica, sono stati, in alcuni casi, trascurati i compiti ordinari nei confronti dei propri assistiti.

Nei mesi difficili della pandemia la Regione, tanto arrogante e presuntuosa, non  è riuscita neppure  a garantire ai medici un adeguato supporto amministrativo. La Regione non è riuscita ha rendere efficiente il sistema informatico regionale CRS-SISS (così da anni regolarmente denunciato) che sarebbe stato di grande aiuto al personale sanitario. Tale grave carenza lombarda ha creato e continua a creare enormi disagi ai medici ed ai malati nell’indifferenza dei politici che sono intervenuti nella fase iniziale della pandemia rivolgendosi al sistema informatico delle Poste.

Tanto meno l’Assessore Moratti è riuscita a tamponare la grave carenza di MMG (compresi quelli di Continuità Assistenziale) che anzi ha accentuato invogliando la fuga con il suo comportamento ostile ed offensivo. Alla fine l’aumento del carico di lavoro specie burocratico, l’assenza di supporto amministrativo a livello dei dipartimenti Cure Primarie ed Igiene, l’inefficienza del sistema informatico e la carenza di MMG (ma mancano anche i medici ospedalieri) hanno gettato l’assistenza territoriale lombarda in un baratro a cui sta seguendo la dura reazione dei medici con manifestazioni spontanee di protesta.

Come se non bastasse a questa situazione drammatica della Sanità Territoriale lombarda la nostra solerte  Assessore ha avviato un’altra iniziativa maldestra. Si tratta di attivare anticipatamente alcune Case della Comunità e chiedere il coinvolgimento dei MMG (che purtroppo si sono prestati al gioco) quando ancora non sono state scritte le regole a livello nazionale di come e quando queste strutture debbano funzionare e quale debba essere il ruolo del personale  medico. Si tratta di una fuga in avanti che mortifica il ruolo dei sindacati di categoria che stanno aspettando di concordare con il Governo e le Regioni la definizione della nuova organizzazione sanitaria e amministrativa delle strutture del PNRR. Non ritengo corretto che la Lombardia abbia anticipato queste attività e tanto meno che possano essere affidate a società private cooperative come reso possibile dalla nuova L.R. n.22/2021. 

 

Per questi motivi, ma non solo, l’UMI ha decretato lo stato di agitazione per  essere soprattutto un richiamo alle principali istituzioni della categoria (sindacati, Ordini, medici tutti, ecc. …) per trovare una piena e forte unità che si considera elemento necessario per i prossimi gravosi impegni sindacali. Non è certo il momento di azioni dimostrative di sciopero che non servono a denunciare la situazione di grave disagio dei medici già nota a tutti, medici e cittadini, e tanto meno ad ottenere l’attenzione delle controparti per pronte soluzioni che necessitano di altri interlocutori ed altri tempi. 

 

Il Presidente UMI dott. Francesco Falsetti

 

Brescia, 2 marzo 2022

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