16/06/2020 - LA SANITA' REGIONALE VA ANALIZZATA PER UNA RIFORMA DEL SSN Comunicato Stampa
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COMUNICATO STAMPA
La Sanità regionale va analizzata per una riforma del SSN
La recente bagarre in Parlamento suscitata dall’intervento dell’On. R. Ricciardi (M5S) pone un problema ineludibile cioè quello di procedere ad un’analisi di come il SSN abbia risposto alla pandemia.
Si tratta in primo luogo di valutare se il modello di autonomia regionale come definito dal Titolo V della Costituzione si sia dimostrato valido o debbano essere trovati de i correttivi specie per quanto riguarda la “tutela della salute”. In caso, il dover attuare dei correttivi, come UMI ritiene necessario, sarà il compito più difficile perché è noto come sia complesso procedere a modificare la Carta Costituzionale.
Andrebbero ridotte le competenze regionali, ma in particolare va limitato il potere legislativo su alcune materie ed in particolare su quella sanitaria, quando tramite l’emanazione di delibere e soprattutto di leggi regionali, si sono realizzate normative regionali con modifiche alle norme istitutive del SSN ed hanno persino apportato modifiche al lavoro del personale che opera nelle strutture socio-sanitarie e territoriali anche se questo gode di contratti nazionali che tali devono restare cioè definiti a livello centrale.
Il rispetto delle normative nazionale e dei rapporti con il personale sono due elementi fondamentali per garantire quella base comune necessaria a garantire uniformità di erogazioni delle prestazioni essenziali su tutto il territorio nazionale. Tale uniformità va anche introdotta nel settore privato accreditato e deve essere meglio delimitato il margine di affidamento al privato dei servizi sanitari e sociali. Importante una chiarificazione del rapporto Sato/Regioni e il ruolo di entrambi nel funzionamento della complessa macchina sanitaria onde evitare i continui contenziosi a cui abbiamo assistito in questi anni, ma anche nelle ultime settimane.
L’analisi sarà necessaria per definire il programma per la riorganizzazione del SSN se si vorrà accedere agli stanziamenti di 37 miliardi di euro prestati dall’Europa. Anche questo un compito di non facile realizzazione che sarà da assolvere in sede prevalentemente politica e parlamentare con il supporto degli organismi tecnici dello Stato e con il supporto dei Ministeri competenti e delle Regioni. Riorganizzazione che dovrà riguardare la formazione quanti-qualitativa del personale e la ricerca.
Personalmente ritengo che l’analisi dovrebbe essere già avviata e prevedere anche una valutazione critica ed obiettiva sui risultati ottenuti dalle Regioni negli ultimi anni e durante l’emergenza che non si può lasciare solo alla magistratura e tanto meno al giudizio elettorale dei cittadini. Lo Stato ed il Governo avrebbero dovuto in particolare verificare l’azione delle Regioni durante l’emergenza ed intervenire per mettere in atto i necessari correttivi se l’azione regionale si fosse dimostrata palesemente sbagliata.
Questo è il caso di alcune Regioni, ma in particolare della Lombardia che ha accumulato gravi ritardi (specie tra il 21 febbraio e la prima decade di marzo) ed errori ripetuti a danno della popolazione con gravi responsabilità politico-amministrative che non avendo trovato soluzioni adeguate a livello regionale avrebbero richiesto l’intervento motivato del Governo.
L’enorme numero di decessi, non solo tra la popolazione anziana, ben maggiore di quello delle altre Regioni, avrebbero giustificato e giustificherebbero ancora oggi il commissariamento della Sanità lombarda realizzata nei limiti di legge. L’UMI comunque chiede che una attenta verifica si realizzi quanto prima e sia inoltre valutata la sperimentazione sanitaria in atto in Lombardia dal 2015 e in scadenza ad agosto 2020 che, a nostro giudizio, è la causa principale della cattiva risposta della medicina territoriale e generale fortemente indebolita e malamente riorganizzata tra Agenzie Territoriali ed Aziende Socio Sanitarie.